Storie di ricerca

Aaron, il fornello che brucia gli scarti e non tocca gli alberi

La grande abbondanza di alberi presente in alcune aree africane fino a qualche decennio fa ha condannato il continente a subire, in tempi recenti, una fortissima deforestazione. Data l’abbondanza della risorsa “legno” non sono state sviluppate tecniche di combustione efficienti, e ancora oggi si usa una enorme quantità di biomassa legnosa per cucinare. Con il nostro progetto abbiamo messo a punto un tipo di fornello che gassifica i residui agricoli e permette di cucinare senza usare legna. Assieme ai partner locali lo stiamo ora migliorando per facilitarne la diffusione.

Dipartimento / Struttura
Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio

La città di Niamey, capitale del Niger, nel 1900 contava appena 3500 abitanti. Le famiglie cucinavano i cibi in una marmitta panciuta appoggiata su tre pietre, con la legna secca, ampiamente disponibile, che prelevavano a poche centinaia di metri da casa. La foresta circondava l’abitato.
Oggi Niamey conta più di un milione di abitanti, e l’area circostante è ecologicamente collassata. Gli alberi sono pochi e sparsi, e altrove c’è solo erba, quasi sempre secca, e suolo nudo. I camion dei commercianti di legna si spingono fino oltre confine, in Burkina Faso, a oltre 90 km dalla città per trovare la legna da trasportare e vendere alle famiglie. Chi cucina lo fa in gran parte come secoli fa, con un consumo sotto le marmitte panciute di circa 5 kg di legna al giorno, in un fuoco che arde in mezzo a tre mattoni in cemento, con una scarsissima efficienza.

In queste condizioni il costo della legna sale, e ormai assorbe una quota assai significativa del reddito familiare. Esistono soluzioni che mitigano il problema, come i fornelli in terracotta o metallo, che migliorano l’efficienza della cottura e riducono il consumo, ma che usano sempre legna, e dalla loro introduzione in poi la deforestazione non si è fermata. Per spezzare definitivamente questa tendenza, abbiamo studiato e realizzato un fornello a gassificazione che funziona con residui agricoli e potature, trasformati in pellet. In questo modo, il combustibile è diverso dai soliti rami e parti di tronchi di legno. L’obiettivo è cambiare radicalmente combustibile, facendo diminuire la pressione sui sistemi forestali.

Dopo aver messo a punto il reattore, un cilindro metallico dove il pellet gassifica, abbiamo coinvolto nello sviluppo gli utilizzatori locali, che hanno testato, cucinando, le varie versioni prodotte nel processo di messa a punto. Per ogni versione abbiamo raccolto le osservazioni degli utilizzatori e dato risposte con la versione successiva. Grazie a questo approccio gli utenti trovano il risultato di questo sviluppo semplice da usare ed efficace.

Il risultato si chiama fornello Aaron e fornisce fuoco a potenza costante per la durata necessaria a preparare un pasto per una famiglia nigerina, tra un’ora e un’ora e un quarto. Consuma 1,5 kg di pellet per ciclo, meno di un terzo della legna necessaria a cucinare sulle tre pietre, e ha un’efficienza prossima al 50%. Non sviluppa fumo, e questo è un altro grande vantaggio rispetto al fuoco aperto domestico. Secondo l’OMS, infatti, sono centinaia di migliaia all’anno in Africa le morti premature per inalazione di fumo.

Nel 2020 abbiamo messo a punto la versione leggera di questo fornello, che si può costruire con meno materiale e meno tempo, in modo da favorirne la commercializzazione. A oggi sono infatti 340 gli esemplari del fornello già distribuiti agli utenti ma solo raggiungendo un minimo di 1500 - 2000 fornelli potrà stare in piedi la produzione di pellet, che implica un cantiere con due macchine elettriche.

Purtroppo dopo il 2015 i fondi dell’Unione Europea della voce “energy facility”, la nostra linea di spesa, sono stati sospesi e dirottati sulle migrazioni, così lavorando solo sull'emergenza non è rimasta quasi alcuna progettualità in piedi.

Quello che stiamo cercando fare allora, per evitare il processo di pellettizzazione e ovviare al problema economico, è studiare un nuovo reattore che funzioni con potature e residui sminuzzati. Non sarà semplice, ma ci proviamo.